Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit. Nunc odio purus, tempus non condimentum eget, vestibulum.

FOLLOW
Follow
Top

la faccia ed il panino

La faccia ed il panino

Prima di ogni escursione in montagna, da buon montanaro, controllo lo zaino.

Mi diletto anche con la preparazione  dei panini, farciti di affettati e  formaggio per tutta la famiglia e con il riempimento delle borracce di acqua fresca.

Poiché il mio bambino più piccolo è molto magro ed ha iniziato da  quest’anno a camminare con impegno in salita, preparo per lui una dose doppia di cibo nella speranza che la fatica gli faccia venire appetito.

Ieri, dopo una lunga salita, ho tirato fuori dal sacchetto delle provviste un panino gigante  e l’ho consegnato in mano al piccolo.

Dopo qualche morso, se lo è messo davanti al viso ed ha esclamato con orgoglio mostrando il panino che gli nascondeva parte del volto: “il panino è più grande di me, papà”.

Il volto, per i bambini, fino ad una certa età, corrisponde all’intero corpo percepito.

Per non farsi vedere e nascondersi agli altri, un bambino piccolo si chiude con le mani gli occhi: non vedendo,  il bimbo crede che neanche gli altri non lo possano vedere.

Non so perché, ma quella frase di mio figlio mi ha fatto venire in mente per associazione di idee l’espressione “perdere la faccia”, usata dai “grandi”  per descrivere  una situazione imbarazzante.

La parola faccia,  di probabile derivazione greca, dal sostantivo “phasis” significa apparizione,  ma anche  ciò che risplende (dal verbo  phaino – sempre greco – risplendere).

La faccia di un bambino se ci pensate  è quasi sempre  risplendente, ha occhi mobili, profondi, che osservano e giudicano in profondità.

Altri fanno derivare la parola dal verbo latino declinato “fac-ere”, fare, intendendo l’aspetto esteriore, ovvero tutto ciò che è visibile.

Questa etimologia credo si adatti meglio a  noi adulti, che cambiamo faccia a seconda delle occasioni e che, alla bisogna, possiamo anche perderla…